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La II Guerra Mondiale

  La II Guerra Mondiale è un evento ancora molto vivo nel ricordo degli abitanti di Cave più anziani. E' un periodo durissimo, fatto di privazioni e di angoscia specialmente per chi aveva i propri cari al fronte.
 Campo di Marte bombardata La foto, che ci ricorda la grande tragedia che sconvolse per anni il mondo intero e che causò decine di milioni di vittime, soprattutto civili, è stata ripresa dai ricognitori inglesi, e testimonia il risultato del bombardamento subito da Campo di Marte il 14 Maggio 1944. Risultano evidenti anche i danni provocati dalle bombe alle abitazioni delle Cave (in particolare le abitazioni "dee quatro stradee")
  Una seconda foto, molto più drammatica, presa dal sito americano www.461st.org/Missions (Mission#24) riprende, da un'altra altezza,Campo di Marte sotto le mombe  la stessa zona durante però il bombardamento (sono visibili le colonne di fumo provocate dalle esplosioni).

 

  Ma oltre alle informazioni che si possono trovare nei libri di storia, pensiamo sia più significativo riportare le testimonianze dirette delle persone che hanno vissuto quegli eventi.

 

  Riportiamo di seguito i ricordi di Elio Maccato, nato alle Cave e ivi tuttora residente, una delle memorie storiche che abbiamo interpellato per ricostruire quel periodo della nostra Storia. Ecco la sua testimonianza:

 

La Guerra

"I miei ricordi cominciano nel lontano 1938 quando il fratello di mia madre, lo zio Primo, torna dalla guerra d'Africa. Siamo andati tutti alla stazione e ricordo ancora gli abbracci e i pianti di commozione. Quando poi siamo arrivati a casa dei nonni, il pianto di mia nonna ed allora lo zio, per cambiare, ha aperto la valigia e ci ha fatto vedere le foto delle popolazioni e degli animali.
  Con il mio andare a Chiesanuova a casa dei nonni o in parrocchia, passavo davanti alle caserme, da poco inaugurate, ed erano piene di soldati. Allora avevo otto anni e i miei ricordi sono più precisi.

  Questi soldati andavano e venivano da Campo di Marte, oppure passavano per Via Cave per andare a fare esercitazioni fino a Praglia oppure ai tiri in Via Bembo, ai 'quaranta campi', così detti. Quando tornavamo alla sera dal fioretto, ci si fermava perché il trombettista suonava 'Lillì Marlen'. Già iniziavano le partenze per il fronte russo".

L'8 settembre 1943

  "Poi i miei ricordi passano all'8 Settembre. Il fuggi-fuggi dei soldati dalle caserme e passavano nelle nostre case chiedendo dei vestiti civili e ci lasciavano le divise da soldato. Si sentiva dire che qualcuno era morto vicino alle mura della caserma Romagnoli, dove ora ci sono gli impianti sportivi. Dal novembre 1942 nella caserma era stato istituito un campo di concentramento di civili Jugoslavi, dai 16 ai 65 anni.

   Settembre è tempo di vendemmia e la nostra famiglia coltivava a vigna un ettaro di terra vicino alla Bacologica ed un giorno verso il 15 di Settembre, mentre stavamo vendemmiando, passò un giovane di circa trent'anni. Si fermò e ci aiutò a vendemmiare. Alla sera fu Campo di internamentoinvitato a rimanere a cena, ma era un pò reticente: io avevo 10 anni, mia sorella 6 e attorno acasa c'erano molti bambini e il ragazzo temeva che si parlasse in giro della sua presenza. Era un giovane jugoslavo ed era rinchiuso nel campo di concentramento presso l'attuale caserma Romagnoli. Assieme ad altri due avevano tentato la fuga, lui ci riuscì ma gli altri due non furono fortunati: uno fu ucciso e l'altro fu ripreso.


  Dopo l'8 Settembre tutti i soldati se n'erano andati e la caserma era custodita dai carabinieri e nel campo c'erano anche dei prigionieri inglesi, una decina; questi, prima dell'arrivo dei tedeschi furono liberati, mentre gli jugoslavi furono consegnati ai tedeschi e da questi trasferiti in Germania.

Qui da noi la Guerra è iniziata dopo l'8 Settembre 1943. Dal 40 al 43 la guerra era che vedevi partire tutti gli uomini, chi da una parte chi dall'altra, Africa-Russia-Grecia-Jugoslavia. Poi qualcuno tornava ferito, oppure arrivava l'annuncio della morte o che era disperso.
  Invece dopo l'8 Settembre, parte dei soldati sono tornati, parte sono stati fatti prigionieri dai tedeschi e portati nei campi di concentramento e, i più fortunati, nei campi di lavoro o nelle fabbriche.

  Le tradotte, o meglio carri bestiame, passavano per la stazione di Campo di Marte, a volte si fermavano e chiedevano acqua e da mangiare. E' successo che chi abitava in città o nei paesi della cintura gridava dall'interno dei carri il suo nome e chiedeva di chiamare i suoi familiari oppure di informarli.
  Io ricordo un certo Romeo Nicolè che era nato in Via Cave 170, dove ora c'è l'Istituto S.Benedetto, e chiedeva di andare a chiamare sua moglie. Questa persona a fine guerra è tornata ed era stato portato a lavorare a Dresda.
  Intanto l'occupazione nazista si faceva sentire, anche perché si erano organizzate le formazioni fasciste 'Brigate Nere' e 'Muti'.

  Nel nostro quartiere c'è stato un fatto di sangue. All'incrocio di Via Cave con Via dei Colli c'era un locale che si chiamava 'Pattinaggio' perché c'era una sala che i ragazzi e le ragazze andavano a pattinare con i pattini a rotelle.
  I proprietari si chiamavano Bettin e gestivano il bar. Una sera del Novembre 1943 sono entrati due soldati tedeschi ubriachi e hanno chiesto da bere. Al banco c'era il signor Bettin Giovanni con sua nuora, una ragazza molto giovane. I due tedeschi hanno cercato di importunarla. Il suocero si è opposto e quei due lo hanno ucciso a pugni e con il calcio dei fucili."

I bombardamenti

Segue sempre la testimonianza di Elio Maccato relativa ai bombardamenti che hanno interessato pesantemente anche le Cave.

 

   "Il mio ricordo sui bombardamenti il primo il 16 Dicembre 1943: fu colpita la stazione e la zona Arcella.
   Il secondo fu il 30 Dicembre 1943: colpì sempre la stazione e la zona di Altichiero. Fu colpita una casa di contadini e vi furono 16 o 18 morti tutti della stessa famiglia, i Pilotto.
   Il terzo fu l'8 Febbraio del 1944 e fu anche il primo notturno. Il bersaglio era Campo di Marte e fu colpito un treno carico di munizioni che continuarono ad esplodere per tutto il giorno successivo. Questo bombardamento si svolse in tre ondate dalle 3 alle 6,30 del mattino. In quell'occasione fu colpito anche il Pattinaggio. Una bomba cadde anche di fronte al Pattinaggio, dove ora si trova la scuola Arcobaleno. Per tutta la mattina ci fu un via-vai di gente che veniva a vedere questa buca enorme. Verso le 13 suonò di nuovo l'allarme e tutti scapparono per i campi. Mentre stava suonando il cessato allarme abbiamo visto una esplosione ed era una bomba caduta vicino alla grande buca rimasta inesplosa. Se fosse scoppiata un pò prima, sicuramente qualcuno sarebbe morto.

  La zona di S.Stefano fu colpita l'11 Marzo 1944 alle ore 9,00.  Invece il 22 Marzo, dalle 9 di sera fino alle 11 è stato un'inferno nel nostro quartiere: caddero delle bombe vicino a casa mia dove ora c'è la direzione dell'Istituto S. Benedetto. Un'altra nel cortile della casa dei Magro che fu distrutta, un'altra all'incrocio di Via Pioveghetto con Via Cave, vicino alla casa dei Casellato, altre in Via Cave dove c'è l'autofficina Benvoluti. Buttarono giù anche un'infinità di spezzoni incendiari al fosforo: davanti a casa mia e nei campi di Magro ne ho contati circa 200.

   Un bombardamento che tutti ricordano, avvenne il 4 Gennaio 1945. Era un giorno di sole quando suonò l'allarme verso mezzogiorno. Noi andammo per i campi ed arrivò una formazione da Vicenza e dato il cielo limpido vedemmo chiaramente quando sganciarono le bombe che abbiamo seguito fino a terra. Fu colpito nuovamente Campo di Marte e un treno che si diceva carico di tritolo esplose alzando una colonna di fumo altissima. Chi stava in piedi fu sbattuto a 4-5 metri di distanza dallo spostamento d'aria e si vedevano volare come dei volantini, che in realtà erano lamiere di alluminio di mt.2x2.

Via VII Martiri

  Altro evento successo nella nostra zona e legato all'occupazione tedesca del paese dopo l'8 Settembre, fu l'uccisione di 7 partigiani, 5 impiccati lungo l'allora Lungargine Brentella e 2 fucilati presso il ponte di Brentelle di Sopra. La Via che oggi conosciamo prese il nome attuale da quel tragico fatto.  Riportiamo ancora le memorie di Elio Maccato su questa vicenda:

  

"Penso fosse verso la Cippo in Via VII Martirifine di Novembre e si sparse la voce che in Lungargine Brentella era stato ucciso un soldato tedesco. Allora c'era da preoccuparsi di chiudere porte e balconi. Ma noi eravamo in pensiero perché mio zio e mio fratello, che lavoravano alle Officine Meccaniche Stanga, tornavano con il tram verso le 19 e mancavano ancora 2 ore.
   Dopo un pò che avevamo chiuso porte e finestre, sentimmo picchiare alla porta con forza e mia mamma disse a mia nonna che andasse ad aprire. Come aprì si trovò di fronte dei soldati con un fucile mitragliatore, spalancarono la porta e lo appoggiarono con il cavalletto sul gradino della porta con un soldato disteso dietro.Altri due o tre entrarono e chiesero dove fossero gli uomini; mia madre rispose che suo marito e suo figlio erano al lavoro e che tornavano alle 19.

 

  I soldati fecero un giro per la casa e ci dissero di non chiudere la porta ed uscirono. Quando mi avvicinai alla porta Lapide a Brentelle di Sopravidi la strada piena di soldati.  Intanto erano le sei passate Editto del Podestà Formisanoe mia madre e mia nonna decisero di andare in Via dei Colli ad aspettare mio zio e mio fratello. Arrivarono a casa più tardi del solito perché furono perquisiti e controllati i documenti: loro avevano un lasciapassare perché lavoravano a riparare vagoni e locomotive.  Poi ripassarono i soldati e ci dissero di chiudere le porte e di non riaprirle per nessun motivo.
  Dopo due o tre giorni furono impiccati 5 partigiani che si trovavano in carcere a Venezia, che sicuramente non c'entravano con l'omicidio del soldato. Anche perché alcuni abitanti della zona dissero che il soldato ucciso era su un carro con un altro soldato, pare fosse un russo, e che era stato lui ad ucciderlo, ma questo non valse a nulla."